Località: SALENTO
Da sempre terra di frontiera, la penisola salentina con le sue coste basse e i numerosi approdi naturali ha costituito a lungo l’oggetto privilegiato degli assalti da parte di navi turche e barbaresche. L’esigenza di difendersi da tali insidie ha dato luogo alla costruzione di una fitta rete di torri-masserie che insieme alle torri costiere costruiscono un complesso sistema di difesa tra il mare e l’interno degli abitati.Elemento qualificante e caratterizzante il paesaggio del Salento la masseria esibisce una tipologia con un largo ventaglio di soluzioni architettoniche, che si presenta come il tipico insediamento produttivo dell'Italia Meridionale. Le masserie fortificate, realizzate soprattutto intorno alla metà del secolo XVI, sono edifici il cui aspetto, pur manifestando la preoccupazione per la difesa, denuncia talvolta l'esigenza di un confortevole soggiorno in campagna da parte di una classe sociale che non disdegna di abbandonare, anche se per brevi periodi, i fasti della città. Semplici ed essenziali nel loro impianto, di estensioni piccole e medie (a differenza di quelle al di sopra di un ideale asse Taranto-Brindisi, a conte chiusa o a villaggio), si qualificano per la presenza di monumentali torri colombario, ma anche di neviere e di apiari. Molte di queste costruzioni versano oggi in uno stato di abbandono, tuttavia, meritano di essere ugualmente inserite in un itinerario, che ci permetterà di conoscere ancora di più le vicende storiche che hanno segnato questo lembo estremo d’Italia.
Partendo dalla zona a nord di Lecce , sulla Lecce-Torre Chianca, 8° km a sinistra per Casalabate, ad appena 1 km si nota il complesso della Masseria Paladini Piccoli databile alla fine del XVII secolo di cui è possibile scorgere la torre colombaia di forma cilindrica coronata da un anello sorretto da mensole e provvista di una finestra dalla quale si accedeva, per mezzo di una scala a pioli removibile, alle rampe di scale in muratura. La parte centrale dell’edificio presenta due piani e in corrispondenza dell’ingresso principale, un tipico mezzo di difesa rappresentato da una caditoia. Sulla stessa strada, prima dell’incrocio Surbo-Torre Rinalda, si arriva alla Masseria Rauccio la cui struttura originaria risale al secolo XVI. Il corpo di fabbrica principale presenta struttura fortificata a due piani con due ingressi indipendenti. Al piano superiore si accede con una bella scala che doveva in origine essere interrotta da un ponte levatoio. Nche qui ritroviamo le classiche strutture difensive rappresentate da caditoi e piombatoi. A pochi metri dalla torre, troviamo ciò che rimane dell'antica cappella della Masseria, mentre, poco all'interno, la torre colombaia conserva ancora la fisionomia originaria. Tornando sulla Surbo-Torre Rinalda si svolta per Surbo e sulla sinistra troviamo il complesso della Masseria Barrera che è il risultato di due costruzioni turriformi La prima torre, databile alla seconda metà del '400, caratterizzata da caditoie affiancate, che difendono rispettivamente la porta d'ingresso del piano terra e la finestra del piano superiore. Il secondo edificio edificato verso la prima metà del '700 è coronato da un parapetto aggettante su mensole è delimitato da un robusto cordone semicilindrico.L’aspetto dell’edificio è imponente e massiccio e dal piazzale antistante ad esso si può scorgere anche la Masseria Pendule anch’essa provvista di torre colombaia cilindrica. Imboccando un breve tratturo che si innesta sulla Lecce-Casalabate troviamo laMasseria Coccioli. Edificata intorno alla metà del XVI secolo, in origine erano due masserie e tra i terreni di pertinenza vi era un boschetto di alberi di Lizza. Sviluppatasi intorno ad una torre cinquecentesca, di modeste dimensioni, si articola su due piani con ingressi distinti dall'esterno. Questa assume nel paesaggio un ruolo secondario nei confronti della torre colombaia ai margini del recinto. Verso la fine del XVIII secolo la masseria si arricchisce di nuove strutture, all'esterno del recinto viene costruita una cappella, mentre all'interno del cortile l'intervento settecentesco è testimoniato dalla "vera" del pozzo. Più a nord, troviamo la masseria Monacelli. Costruita agli inizi del XVIII secolo, serviva per la conduzione del fondo agricolo. La struttura ediliza, accorpata in un unico complesso a forma quadrilatera, è composta da ambienti destinati alla trasformazione della produzione agricola (trappeti e palmenti), all'allevamento degli animali, alla trasformazione del latte, ad abitazioni per i contadini e a dimora estiva per il proprietario. Tutti questi ambienti, chiusi all'esterno, si affacciano verso l'atrio interno. L'accesso avviene da un unico portone e il "trappeto" (frantoio) si trova sotto la superficie dell'atrio. Attualmente è in uno stato di completo abbandono. Dalla strada Statale Lecce-Casalabate mediante un tratturo che si innesta in prossimità dell'incrocio con la strada Statale Squinzano-Torre Rinalda giungiamo in prossimità della Masseria Giampaolo. Edificata verso la fine del XVI secolo presenta una torre a due piani con una scala esterna, dove originariamente si appoggiava un ponte levatoio. Al piano terra troviamo tre granai scavati nel pavimento, al piano superiore due vani coperti da una volta a crociera e provvisti di eleganti camini. Era una masseria basata sulla olivicoltura tanto da rendere necessaria la realizzazione di due trappeti sotterranei la cui superficie corrisponde a quasi tutto lo spazio del cortile antistante la torre. In completo stato di abbandono, versa in condizioni statiche precarie. Dall’incrocio Squinzano-Torre Rinalda dirigendosi in direzione Squinzano imboccando una strada campestre troviamo laMasseria Ghietta. La cappella posta a poca distanza dal fabbricato può essere datata alla prima metà del '700. Il nucleo originario del complesso edilizio può essere datato alla prima metà del XVII secolo. Insediamento rurale di notevole importanza, munito di un singolare sistema difensivo caratterizzato dalla massiccia muratura che contiene il portone d'ingresso, la torre presenta due piani coperti da volta a botte ed un terzo piano sottotetto ricavato dal terrazzo. In facciata un cordone semicilindrico ed una cornice delimitano il parapetto e raccordano le caditoie. La cappella posta a poca distanza dal fabbricato può essere datata alla prima metà del ‘700.